E’ una moda anche la maniera di camminare, di salutare, ma è anche la cura del corpo, del volto, l’acconciatura dei capelli.

Viene riportata la parte iniziale della definizione del lemma Moda presente nel Dizionario della Moda 2004 a cura di Guido Vergani. Anche se conserva la sua radice latina (modus, dal pregnante significato di modo di essere e di misura), il termine è la diretta traduzione dal francese mode, vocabolo apparso per la prima volta, secondo gli studiosi trasalpini, nel 1842, per indicare uno specifico tipo di abbigliamento; poco più di 70 anni dopo si parlerà di nuova moda.

In Italia la parola arriverà nel ‘600 e già contempla, come essenziale nella moda, <<fugacità, variabilità e novità>>, mentre già nel ‘500 si usava per indicare un modo di vestire, il termine costume, più durevole e uniforme, lento a mutare.

Se fin dalla preistoria, il fine pratico, di coprire il corpo e difendere e assicurare il pudore è superato nell’ambito attraverso l’ornamento, segno d’appartenenza di messaggio e ruolo individuale, il cambiamento di fogge, colori, tessuti di addensa al passaggio da un secolo all’altro, con il determinarsi di nuovi poteri di scambi commerciali, con l’emergere di nuovi ceti sociali.

In Italia, espositrice di molte materie importanti, per differenziare una moda specifica, dalle sete ai guanti, da pezzi e ricami, la moda porta nei Comuni e nelle corporazioni delle Arti e dei Mestieri, poi nelle corti delle Signore.

E’ riservata esclusivamente nelle classi alte , capi di personalizzarla.

Dal Politecnico di Milano ad Arome.

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